Bivacco invernale

Aiguille du Midi - Parete N - via Carli-Chassagne
Benigno,Diego,Matteo e Lorenz, 19 e 20 marzo 2005


 
 

Ho sempre sostenuto che l'alpinismo che preferisco e' quello di stampo classico. Difficolta' tecniche non estreme, ambiente maestoso, vie lunghe e grandiose, compagni di cordata fidati perche' prima di tutto amici. Questi gli ingredienti che, mescolati come si deve, garantiscono sensazioni uniche e ricordi indimenticabili.

Durante il weekend appena passato, non posso dire di aver fatto indigestione ma sicuramente ho fatto il pieno per un po. Con Matteo, Benigno e Diego siamo andati a fare la Carli-Chassagne alla parete N dell'Aiguille du Midi, una via di 1000 m valutata come D, III/4- su ghiaccio e un passo di IV+/V su roccia. Decidiamo di partire sabato mattina presto da casa e fare la via in giornata. La previsione ottimistica e' quella di uscire dalla parete ad un orario decente e fermarsi a dormire nei locali della funivia a 3800 e rotti metri, quella piu' realistica prevede di bivaccare in parete e terminare la via la mattina dopo. Il meteo e' eccezionale, "grand beau" come direbbero i francesi, l'allenamento non e' un gran che visto che io sono appena uscito da una settimana di influenza. Ma la compagnia e' ancora una volta ottima, siamo in quattro, siamo attrezzati e dunque e' tutto ok (a parte un po di normale agitazione).

Detto fatto, verso le 8:30 usciamo dalla funivia di Chamonix che porta all'Aiguille du Plan a 2300 m circa sotto l'Aiguille du Midi. C'e' molta neve ovviamente e cosi' ci mettiamo ben 3 ore per arrivare all'attacco della via, gli sci ci avrebbero fatto comodo ma poi chi li portava fin su ? Le condizioni del ghiaccio sono buone, quelle della neve un po meno, dovendo fare la traccia. La prima parte della via e' piuttosto facile a parte qualche bel salto verticale. Alle 16 arriviamo alla base della bella goulotte che caratterizza la via. Sono 2 o 3 tiri di ghiaccio, fine a tratti, pendenza massima sui 70/75 gradi. Verso le 18 ci troviamo sulla parte superiore, prevalentemente di misto, il sole e' basso all'orizzonte, la roccia vicino a noi prende un colore rosso meraviglioso mentre Chamonix, sotto di noi, e' gia' immersa nella penombra. Guardo in alto ed e' ormai evidente che dovremo bivaccare all'aperto. Si tratta "solo" di trovare un posto adatto dove ci si possa stare tutti e quattro. Molto facile a dirsi piu' che a farsi. Il fatto e' che la parete non e' che sia difficile, ma "non molla" un attimo, e quindi siamo costretti ad avanzare comunque, con le frontali accese e la luna che offre una bella luce. Purtroppo riusciamo anche a sbagliare parzialmente la via, non riuscendo a vedere bene. E' incredibile come in queste situazioni il tempo passi senza che uno se ne renda conto, siamo abbastanza tranquilli ma la stanchezza comincia a farsi sentire come si deve. Ed infatti, quando finalmente sbuchiamo su una cresta che offre un posto adatto per fermarci, manca un quarto d'ora alle 2! Bene, vorra' dire che la notte sara' corta!

Io e Matteo ci sistemiamo sulla cresta nevosa, opportunamente spianata per ospitarci tutti e due. Benigno e Diego si sistemano poco piu' sotto appoggiati alla roccia. In breve ci sistemiamo con i materassini, sacchi da bivacco, sacco a pelo (chi l'ha portato - non io), accendiamo il fornello e ci facciamo il the piu' buono del mondo. Ai nostri piedi ci sono le luci di Chamonix, l'aria e' straordinariamente tersa, non c'e' un alito di vento, la temperatura oscilla tra i -7 e i -8 e la luna illumina il Monte Bianco e il super crepacciato Glacier des Bossons. In mezzo a questo vediamo le luci del rifugio dei Grandes Mulets. Io e Matteo ci troviamo su questa cresta nevosa, l'abbiamo scavata lasciando pero' delle pareti di mezzo metro da una parte e dall'altra, come se queste potessero trattenerci da una eventuale caduta. Naturalmente siamo assicurati alla sosta perche' la posizione e' molto aerea. Faccio la massima attenzione maneggiando fornello, pentolino e tutto il resto in quanto ci vuole davvero poco perche' qualcosa vada perduto lungo la parete. Per fortuna va tutto bene. Ci apprestiamo a passare la notte, siamo ad oltre 3500 m e grazie a Dio non tira aria. All'inizio riesco anche ad addormentarmi, la posizione infatti e' comoda. Ma poco dopo il freddo ai piedi mi tiene sveglio. Ad un certo punto sento un boato proveniente dal ghiacciaio sottostante e devo dire che la cosa mi desta una certa impressione pensando a dove mi trovo. Ma poi tutto fila liscio.

Alle 6:30 c'e' piena luce, gli altri si stanno gia' muovendo e anche io, contro voglia, mi devo scoprire per preparare un the caldo. Ad un certo punto notiamo un crollo gigantesco di un seracco dall'altra parte del ghiacciaio dei Bossons, molto spettacolare da vedere, da questa distanza si intende. Il Monte Bianco da qui appare come un grande panettone innocuo, e' il primo ad illuminarsi del primo sole e la sua mole proietta una curiosa ombra all'orizzonte. Siamo poco sotto la stazione della funivia in cima all'Aiguille du Midi, ma ci vorranno ancora diverse ore prima di uscire dalla parete. Tratti di misto, roccia e lunghi traversi su neve e ghiaccio ci portano infine a sbucare dove termina la crestina attrezzata usata dagli sciatori che salgono con la funivia per fare la Vallee Blanche. Sono le 13 passate, ci ritroviamo in mezzo agli sciatori che proprio in questo punto mettono gli sci ai piedi. Che dire... ne approfittiamo per farci fare una foto di gruppo. In fondo abbiamo fatto una grande via, abbiamo fatto un bivacco invernale davvero speciale per la quota e la posizione, siamo sempre stati tranquilli, sicuri del fatto nostro, non abbiamo avuto alcun genere di incidente. Tutto a posto dunque! Ci manca solo di scendere con la funivia (la discesa piu' comoda che abbia mai fatto!) e tornare a casa arricchiti di nuovi straordinari ricordi. Ma non prima di fermarci in un bar che conosco nella piazza di Chamonix per un favoloso croc madame, patatine ed una birra fresca.

Lorenz